“Heads Up”, l’episodio con cui The Walking Dead ha definitivamente “saltato lo squalo”

[CONTIENE SPOILER SULLA 6X07 DI THE WALKING DEAD]

Diciamo prima di tutto che questo post non era previsto perché stavo scrivendo di altra roba di gran lunga più interessante. Ma data la succosità della vicenda non ho potuto, né voluto esimermi, dall’esprimere del disappunto su uno degli show televisivi più famosi del momento: The Walking Dead.

Disclaimer: non mi annovero tra i cosiddetti haters della serie. Mi definirei più un critico feroce di uno show che reputavo gigantesco almeno fino alla terza stagione. Uno show che poi ha deciso di diventare sempre più truffa piuttosto che mantenere una solidità narrativa non guardando semplicemente agli ascolti. E allora perché la continui a guardare? gnè gnè! Perché il tempo libero è il mio e lo riempio con tutte le porcherie che voglio (paracit.) e perchè The Walking Dead resta comunque un monumento televisivo che ogni settimana continua ad essere sfregiato. Ok, sarò idealista ma lasciatevi dire, però, che il corso delle ultime stagioni di The Walking Dead non ha fatto altro che seguire una struttura sempre uguale, girando in tondo – non solo narrativamente ma anche geograficamente – e giocando semplicemente sul sesazionalismo delle premiere e sui cliffhanger di metà e finale di stagione. Il che va anche bene ma solo se non abortisci storyline potenzialmente interessantissime (vedi ad esempio i cannibali e Terminus) e non fai altro che “stupire” lo spettatore con subdoli espedienti narrativi, come ad esempio un flashback di due ore prima in bianco e nero che non fa nemmeno uno studente di cinema al primo anno. Vabbé, non ti piace l’evoluzione della storia. E sticazzi non ce li metti? No, non ce li metto perché con la puntata Heads Up (titolo italiano “Non lasciare che muoia“, che se sai un po’ di inglese ti rendi conto che la traduzione l’ha fatta Biscardi-dènghiu) The Walking Dead ha personalmente toccato il fondo un un “salto dello squalo” che mette in discussione il suo rapporto con l’audience di riferimento e il suo status di prodotto credibile. 

Prima cosa di tutto vi dico cosa si intende per “salto dello squalo”. L’espressione venne coniata dal critico Jon Hein per indicare il momento in cui una serie tv cambia all’improvviso le carte in tavola facendo venir meno la verosimiglianza della storia, segnando il declino dello show o di un personaggio particolare (un protagonista o uno dei co-protagonisti). La peculiarità dell’espressione si riferisce alla terza parte della premiere della quinta stagione di Happy Days, andata in onda nel 1977 dal titolo Hollywood (Fonzie, un nuovo James Dean? ), in cui Fonzie salta letteralmente uno squalo mentre fa sci nautico.

Da quel momento in poi l’espressione “salto dello squalo” è stata utilizzata per riferirsi alle boiate che sceneggiatori e produttori esecutivi ci propinano per mascherare una (quasi) palese mancanza di idee e consacrare gli spettatori al dio degli ascolti. E gli espedienti non sono pochi. Il sito tvtropes.org fornisce una esauriente descrizione di tutti i casi in cui uno show può saltare lo squalo e potete trovare una miriade di circostanze, seppur sottili, in cui The Walking Dead ha già fatto questo volo pindarico. Con l’episodio Heads Up, però, la serie sugli zombie ha deciso di rinunciare alla sua credibilità in maniera eclatante e di scoprire le carte a favore del “abbiamo deciso di mandare tutto in vacca e lo abbiamo deciso tempo fa ma a voi lo diciamo solo adesso perché non potete fare a meno di continuare a guardare lo show: ABBIAMO ANCORA I CLIFFHANGER CHE VI PIACCIONO MOLTO!”.

Non solo l’episodio in questione sembra riempito con delle scene di vero e proprio non-sense per ricordarci, forse, che ci sono anche altri personaggi (inutili) oltre a Glenn, Rick, Daryl e Morgan. Ve lo ricordate il prete? È ancora vivo e affigge volantini per il gruppo di preghiera nella città. E gli altri abitanti di Alexandria? Il terzo stato, per intenderci. Beh, Spencer avrebbe vinto a mani basse un Darwin Award per la sua fuga con la fune se non fosse intervenuta Tara a salvargli il culo. Ma la puzza di fregatura non viene nemmeno nascosta da un deodorante per ambiente perché arriva come un peto in faccia già all’inizio della puntata: Glenn è vivo. Sì. Vivo e vegeto. Sopravvissuto, per meglio dire, dato che questo è lo status con cui tutti definiscono i personaggi di questa serie come se fosse la giustificazione universale alle boiate che ci propina. L’altra sera, parlando della faccenda con chi segue la serie, si ipotizzava la presenza di un tombino grazie al quale Glenn avrebbe avuto la salvezza. Ci rendemmo conto che era una forzatura enorme ma non sapevamo, invece, che la soluzione era molto più semplice. Perché in qualche modo molti speravano che in fondo Glenn fosse vivo, nonostante il nome rimosso dai titoli di testa e tutte quelle scene di retorica sul suo nome scritto sul muro e cancellato dalla stessa Maggie in pieno stile tv del dolore. Hey, Gimple! Anche Barbarella avrebbe fatto di meglio.

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Ma le preghiere dei suoi fan sono state ascoltateGlenn è vivo e Twitter è impazzito riempiendosi di tripudi e lacrime di gioia … MA VERAMENTE? Non vi rendete conto che è una truffa? Che siete stati trollati (di nuovo)? Non vedo perché, a questo punto, Glenn non possa entrare negli Avengers dato che è riuscito a sopravvivere ad un’orda di zombie, semplicemente usando il corpo di Nicholas (a mio avviso uno dei personaggi migliori di questa stagione solo per il fatto di essersi suicidato, e non è poco!) e sgattaiolando sotto un cassonetto, senza riportare nemmeno un morso: GRANDE MAGO! Voglio dire: puoi lasciare la storyline di Glenn sospesa anche per quattro episodi ma poi devi mantenere una coerenza narrativa con quello che hai raccontato. Perché quell’episodio doveva portare alla morte del personaggio e niente di più. E non perché Glenn gode della mia antipatia, anzi! Perché nonostante la gioia iniziale per la non morte di Glenn, uno show della portata di The Walking Dead non può accontentare temporaneamente gli spettatori a discapito della sua identità e dei temi di cui parla. L’idea che ho avuto a non appena ho letto il tripudio dei fan è stata che ormai The Walking Dead sembra essere diventata immune dalle accuse di essere priva di qualsiasi nesso sensato con il mondo esterno, perché è bene accontentare i fan e perché va più che bene farlo a una settimana dal mid-season finale in cui il cliffhanger non è quotato dai bookmakers. Perché “che ce ne frega a noi, tanto maciniamo ascolti”. E poco cambia se con questo episodio The Walking Dead ha messo in discussione un’idea portante dello show, quella per cui tutti possono morire. Non a caso nelle prime tre stagioni la morte ha bussato alla casa di personaggi importanti per l’economia del racconto. E non c’entra l’affidabilità o meno al fumetto di riferimento. Perché l’adattamento televisivo può anche distaccarsi dal suo corrispettivo cartaceo (e badate bene che non è un crimine) ma non per questo deve mancare di coerenza narrativa. L’espediente di Genn è semplicemente roba da quattro soldi, nient’altro che un contentino che serve a inebriare temporaneamente lo spettatore facendogli dimenticare la monotonia di uno show che ormai sembra soffrire sulle lunghe distanze e giocando su uno hiatus di due mesi e mezzo (dopo la puntata del 29 novembre, The Walking Dead tornerà il 14 febbraio 2016).

The-Walking-Dead

Per farvi capire meglio, nel momento in cui scrivo questo post, la HBO ha divulgato il primo poster ufficiale della nuova stagione di Game of Thrones [contiene SPOILER se non sei in pari con la serie] in cui figura uno Jon Snow con il muso imbrattato di sangue. E QUINDI ADESSO DEVI DIRE PURE GAME OF THRONES È UNA MERDA O SEI KASTA!!11!! Partendo dal presupposto che non sappiamo ancora nulla su Jon Snow e sulla nuova stagione di Game of Thrones, il ritorno del “bastardo” sarebbe più giustificabile e certamente meno ridicolo della non-morte di Glenn  per un semplice motivo: nell’universo di Game of Thrones sono ammessi la magia e la resurrezione, lo sappiamo benissimo. Per questo motivo il ritorno di Giovanni Neve non potrebbe essere considerato un “salto dello squalo”. [fine SPOILER su Game of Thrones].

Un esempio simile lo possiamo prendere dalla quinta stagione di “Buffy, l’ammazza vampiri” dove viene introdotta a sorpresa la sorella minore della cacciatrice di cui non c’è traccia in ben quattro stagioni precedenti. Ma ancora una volta c’è il soprannaturale, insieme ad una costruzione narrativa ben precisa, a giustificare e a spiegare questa introduzione. AH, QUINDI STAI DICENDO CHE IN THE WALKING DEAD DEVONO TROVARE UN MAGO? No, nemmeno questo. Almeno la decenza di rispettare il fatto che lo spettatore cede alla manipolazione (vedi eliminazione temporanea del nome di Steven Yeun dai titoli di testa) fino ad un certo punto. Poi, però, lo show deve far progredire il discorso narrativo senza forzature, avendo anche il coraggio di deludere il fan più accanito.  Perché se è vero che l’ebrezza per la “resurrezione” di Glenn dura poco, lo stesso vale anche per la delusione causata dalla (non) morte del personaggio preferito. Non sto dicendo che è più giusto che un personaggio muoia rispetto ad un altro. Sto dicendo che se ti muovi in un universo narrativo ben preciso che tu hai costruito allora devi rispettarlo. Altrimenti fai una fan fiction, non una serie tv.

Un pensiero su ““Heads Up”, l’episodio con cui The Walking Dead ha definitivamente “saltato lo squalo”

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