Le migliori e le peggiori serie tv del 2015

Questo listone dei buoni e cattivi seriali del 2015 doveva uscire subito dopo Natale ma, purtroppo, ho fatto male i conti con il demone del cibo che alberga nelle case terrone durante il periodo di Natale che ti impedisce di compiere qualsiasi altra azione al di fuori del mangiare (That’s Terronia, baby!). Perciò dopo il lungo coma post-prandiale delle cene natalizie vediamo di fare un riassunto seriale del 2015 delle cose nuove belle, delle cose vecchie da portare nell’anno nuovo e di quelle da buttare dal balcone del palazzo più alto che avete in città. Sì, ci sono un po’ di serie Netflix e di HBO. E sì, mancano un paio di titoloni ma ho  dovuto mantenermi stretto e poi non stanno né nei buoni né nei cattivi.

12 migliori nuove serie tv del 2015

  1. The Jinx: di questa docu-serie di HBO creatat da Andrew Jarecki e Marc Smerling ve ne ho già parlato qui dicendo che è il miglior prodotto televisivo dell’anno. È la storia dell’imprenditore immobiliare Robert Durst che a tra gli anni ’80 e primi anni del 2000 è stato collegato a tre casi di omicidio. L’importanza di questa miniserie sta nel fatto che dimostra come la televisione sia il lasciapassare verso una dimensione totalmente inedita per lo spettatore dove i colpi di scena non sono espedienti narrativi ma costituiscono la pura e semplice realtà.
  2. Unbreakable Kimmy Schmidt: di questa comedy di Netflix creata da Tina Fey non ho avuto modo ancora di parlarvi per bene. È la storia di Kimmy che, dopo essere stata salvata da una setta religiosa in Indiana, decide di vivere la sua nuova vita a New York che affronta con spensieratezza e incauto ottimismo. Unbreakable Kimmy Schmidt è irriverente, ilare, coloratissima e soprattutto leggera e più che essere una semplice comedy è uno stato mentale.
  3. Man Seeking Woman: prendete il concetto maschile di “mai na gioia” e applicatelo alla vita amorosa di un ragazzo americano che proprio non ce la fa a trovare quella giusta e declinate tutto su una liena narrativa surrealista e grottesca. Avrete quindi questa comedy (trasmessa negli USA sul canale FX e ancora inedita in Italia) che riesce a trattare in maniera comica e non banale un tema comunissimo, quello della ricerca di una partner.
  4. Better Call Saul: è l’attesissimo spin-off della pluri-premiata Breaking Bad che vede come protagonista l’avvocato di Walter White, Saul Goodman ed è ambientata sette anni prima della serie madre quando Saul Goodman era ancora Jimmy McGill  Le aspettative su questa serie erano altissime e Better Call Saul non le ha disattese grazie anche un ottimo Bob Odenkirk.
  5. Cucumber, Banana e Tofu: è una serie britannica che racconta la storia di alcune persone della comunità LGBT di Manchester. Russell T. Davis (colui che sta anche dietro a Doctor Who) ha concepito questa serie in tre parti in cui alla trama orizzontale principale di Cucumber  si aggancia quella trasversale degli episodi di Banana. Mentre in Cucumber il protagonista è uno, ogni episodio di Banana vede l’alternarsi di più personaggi le cui storie fanno riferimento a quella principale. Chiude il cerchio Tofu che è costituito da piccole interviste in cui di discutono tematiche inerenti al sesso. Davies ha creato una serie che è un ottimo spiraglio sul mondo LGBT e parlandone in maniera diretta e senza troppi giri di parole.
  6. Master of None: torniamo sul pianeta Netflix per un po’ con questa comedy ideata, scritta e interpretata da Aziz Ansari e di cui vi avevo parlato qui. È la storia di di Dev attore trentenne alle prese con i classici problemi di una vita fatta all’80% incertezze. La bellezza di Master of none sta nel fatto che Ansari riesce a trattare temi comuni con un umorismo ed una abilità notevole lasciando spazio alla risata e alla riflessione su certi aspetti della vita.
  7. Narcos: finalmente ci siamo sganciati da Blow. Finalmente! Narcos parla della storia del narcotrafficante Pablo Escobar e lo fa in maniera deliziosa mescolando una narrazione tipica dei film dei gangster movie a materiali di repertori. Il risultato è quello di una serie densa e una ricostruzione storica ed umana molto convincente. Del resto non è un caso che il realismo magico sia nato in Colombia.
  8. Daredevil: dopo Blow possiamo anche sganciarci da Ben Affleck (grazie, Netflix! Grazie) con questa serie targata Marvel che dà giustizia al personaggio di Matt Murdock. Daredevil è una serie a tinte dark che riesce a cogliere appieno il meccanismo che costruisce un eroe senza far ricorso alla retorica spicciola. Al contrario di prodotti tipo Flash e Arrow, Daredevil vanta una scrittura più matura e una costruzione più centrata sui personaggi che sull’azione per sè.
  9. Show Me a Hero: dai supereroi inventati passiamo agli eroi in carne ed ossa con questa miniserie made in HBO che racconta la storia di Nick Wasicsko, sindaco di Yonkers che durante il suo mandato si trovò contro tutta la popolazione per aver affrontato la questione degli alloggi popolari. La miniserie è firmata da David Simon (The Wire, Generation Kill) che riesce a raccontare questa storia in maniera onesta e vera grazie ad una messa in scena perfetta e ad una scrittura impeccabile.
  10. Ash Vs. Evil Deadè il tocco gore trash dell’anno. Ash Williams è tornato a combattere il male a distanza di 23 anni mantenendo lo stesso humor e alzando il livello di splatter tamarro che ha dato colore al 2015. Manco a dirlo, rosso sangue.
  11. Togetherness: è un’altra serie HBO che viene annoverata tra le comedy ma in realtà è una dramedy. Ideata dai fratelli Duplass, racconta la storia un po’ malinconica di una coppia di persone alle prese con i compromessi della vita.
  12. Catastrophe: prendi due sconosciuti che fanno sesso e lei risulta, poi, incinta e hai questa rom-com irriverente e lontana da qualsiasi chliché sentimentale e schemi ben precisi.

10 Migliori serie non uscite nel 2015

  1. Mad Men: il finale di serie di Mad Men è stata una coltellata dritta al cuore per la perfezione, la coerenza, la scrittura. Un finale di serie che chiude uno dei character drama più belli e mai creato che si distingue per raffinatezza, accuratezza, recitazione, fotografia, regia. Tutto. Per Mad Men solo applausi a scena aperta.
  2. Fargo: arrivati al volume 2 di questa serie antologica, Fargo non perde la sua tempra e la sua identità (Tru Detè, mi leggi). una seconda stagione che riesce a mantenere le aspettative se non, addirittura, a superarle.
  3. The Knick: dopo due stagioni voglio dire una cosa: Steven Soderbergh che dirige Clive Owen è una delle cose che più si avvicina a Dio. Un period-drama che si distingue per regia, ricostruzione, recitazione, fotografia e scrittura. Un bomba!
  4. The Leftovers: Lindelof ti venero. E non mi interessa se la gente ti bullizz ancora per il finale di Lost perché hai imparato quella lezione e l’hai applicata a The Leftovers con grande sapienza, confermando quello che avevi lasciato intuire nella prima stagione: una dose di soprannaturale che c’è ma resta sullo sfondo dando modo ai personaggi (interpretati da attori enormi) di esprimersi al meglio le singole caratterizzazioni.
  5. You’re the Worst: la seconda stagione di questa comedy è stata molto anomala perché ha preso una piega inaspettata e cogliendo di sorpresa spettatori e critica piazzando una tematica grossa nel bel mezzo dei 13 episodi. Tuttavia questa variazione di genere, se così possiamo dire, ha contribuito a rinvigorire una serie che era buona di suo ma che è stata in grado di sfornare uno degli episodi più belli del 2015, il numero nove della stagione.
  6. The Americans: le spie sovietiche in terra USA sono tornate con una stagione molto più intima e rispetto alle precedenti che abbraccia molto di più l’aspetto familiare. Certamente un’ottima conferma.
  7. Transparent: di questa serie di Amazon ve ne ho parlato a questo link e penso che non ci sia niente di più da dover aggiungere.
  8. Banshee: questa serie targata Cinemax è una delle cose più ingnoranti e meglio fatte della tv. È azione pura e cazzotti e sangue e furti. È una di quelle serie maschie dove il testosterone la fa da padrone e, tuttavia, non stanca né annoia.
  9. Masters of Sex: è il corrispettivo medical di Mad Men ed è basato sulla biografia di Thomas Mayer. Racconta la storia di William Masters pioniere degli studi sulla sessualità in un periodo storico non proprio open-minded.
  10. Inside no.9: è una seire tv antologica britannica ideata dal gruppo “The League of Gentlemen”. Tutti gli episodi sono a se stanti e raccontano storie diverse intrise da un umorismo cupo che genera nello spettatore un senso di claustrofobia e angoscia grazie ad una scrittura ben riuscita.

Il peggio del 2015

E ora veniamo al peggio del 2015 seriale senza distininzione tra novità e continuazioni. Tanto la m****a sempre quella è. Vedrò, quindi, di mantenermi stretto.

  1. Scream Queens: serie tv antologica ideata da Ryan Murphy che è uno strano incrocio tra slasher movie (tipo Scream) e Scary Movie che non ha il pregio nè di spaventare nè di divertire. Non serve nemmeno per il download illegale.
  2. American Horror Stroy Hotel: c’è sempre Ryan Murphy di mezzo e al posto di Jessica Lange troviamo Lady Gaga. Un “horror” che puzza di scopiazzatura verso film capolavoro come Shining che non però non spaventa, è prevedibile come un qualsiasi video di Lady Gaga. Ecco, AHS Hotel è l’horror per bimbiminkia.
  3. True Detective 2: più che prodotto brutto, TD2 è una delusione enorme. Noioso, senza spessore e che risente di una produzione differente della prima. E certo mettere Vince-so-fare-solo-una-faccia-Voughn non ha aiutato le sorti della serie HBO.
  4. The Walking Dead: lo show sugli zombie ha rinunciato a tutta la sua credibilità rimasta, restando fermo su se stesso e continuando a girare inspiegabilmente in tondo. Del resto lo fa da un paio di stagioni ormai ma sono convinto che abbia solo preso la rincorsa per saltare lo squalo.
  5. Fear the Walking Dead: davvero c’era bisogno di uno spin-off di The Walking Dead? Almeno un titolo più originale mettetecelo.
  6. Castle: ve lo ricordate Castle? Quel procedurale carino e simpatico con Nathan Fillion. Ecco è diventato uno show agonizzante che non ha più idee nè prova a trovarne di nuove. Monotono.
  7. 1992 – la serie: da un’idea (sprecata) di Stefano Accorsi, il Vince Vaughn  nostrano. Dico solo che di temi interessanti ce ne sono per creare serie italiane di un certo livello ma proprio vogliamo fare pena. Ci si impegna alla grande.
  8. The Bastard Executioner: se soffrite di insonnia guaradte questa serie dall’ideatore di Spns of Anarachy, Kurt Sutter.
  9. Hand Of God: c’è un giudice che pensa di essere in contatto con Dio e di agire in base al suo volere. Bella idea? Forse. Appassiona? Come vedere due bradipi che si accoppiano.
  10. Wayward Pines: un’altra scopiazzatura di cose e semplicemente è il già visto. Senza considerare che lo show è prodotto da uno dei registi più sopravvalutati di sempre, M. Night Shyamalan. È un incrocio tra Lost, The Village, Twin Peaks con Matt Dillon come protagonista. Peraltro gode di una fortuna strana questa serie perché prima è stata cancella e poi riesumata. Mah.
  11. Fortitude: io non capisco come mai questa serie stia tra le migliori elencate da Variety. L’unico pregio che si può dare a questo show è l’ambientazioni nelle Isole Svalbard perché per il resto mette tanta carne al fuoco che si risolve in un finale frettoloso e isulso.
  12. The Brink: una comedy con Jack Black che no fa ridere e ha un repertorio di battute che, seppur attuali, sanno di vecchio.
  13. The Slap: un remake americano di una serie australiana con un cast stellare che strizza l’occhio a Carnage di Roman Polanski ma poi ci vomita sopra buttando tutto sull’approssimazione.
  14. Blood & Oil: c’avevano già provato col remake di Dallas, adesso non è che se ci metti un pizzico di intrigo in più la minestra cambia. E a poco serve che piazzate Don Johnson.
  15. Dig: mamma mia che schifezza! A metà tra Homeland e Indiana Jones. Un agente dell’FBI cerca indizi sulla scomparsa di un’archeologa a Gerusalemme e si imbatte in una cospirazione internazionale che vuole sconvolgere l’umanità.
  16. The Muppets: che bello che siete tornati in tv ma qua non si va oltre l’operazione nostalgia mal riuscita. Noioso e poco innovativo.

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